Autore: ALFONSO GRASSI Solofra (Avellino) 1918 – Salerno 2002
Tecnica: Olio su tela cm 80 X 60
Nato a Solofra, in provincia di Avellino,il 13 giugno 1918 ed è morto a Salerno il 7 febbraio 2002 . Aveva studiato all’Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida di Carlo Sivieri, Emilio Notte e Vincenzo Caprile .Chiamato alle armi,partì per il fronte francese e in seguito in Albania e la Grecia,dove restò ferito ad un braccio . Allievo prediletto di Giorgio De Chirico, amico di Pietro Annigoni e di Gregorio Sciltian, ritrattista di papa Paolo Giovanni Secondo, di Giorgio De Chirico,di Sandro Pertini,di Giulio Andreotti,del principe di Torlonia, di cardinali e di vescovi . Tesserino di riconoscimento pittorico , ”i vecchi ‘,ma ha dipinto anche paesaggi, nature morte e animali fermi o in movimento .
Alfonso Grassi è stato l’ultimo pittore a dipingere “a lume di candela “ una tecnica difficile perché in quella condizione di luce i colori appaiono diversi . Appassionato ricercatore della buona materia pittorica e preparatore di tele scrupoloso ed esigente fino alla paranoia . Aveva attentamente studiato le opere del Caravaggio,quelle di Francesco Guarino,di Giorgio De Chirico e le pennellate di Van Ghogh . A parte il rapporto di fraterna amicizia che mi ha legato a lui per oltre un ventennio,oggi ricordo il suo carattere arguto,di un umorismo tipicamente meridionale e la spontaneità del suo carattere .
Grassi ha avuto il merito di aver fatto rivivere una pittura che sembrava scomparsa nella notte del tempo,una pittura antica rivisitata dall’uomo moderno,ricollegata alla migliore tradizione della pittura classica e liberata sapientemente da quelle scorie accademiche tanto spesso presenti nei lavori di ingenui pittori di provincia . La naturalezza di Grassi nasceva dall’osservazione diretta del vero anche se l’opera risultava poi recuperata da antiche memorie di segni e di forme . Ogni gigante aveva lasciato un segno,aveva impresso nella sua memoria la propria lezione artistica e morale . Mi ha sempre colpito la sua felicità creativa e l’originale interpretazione del mondo contadino che ha scandagliato con razionale convincimento e senza forzature deduttive . Grassi è stato un pittore estroso e sanguigno,la cui poesia si è ben armonizzata con l’espressione del suo pensiero . I suoi dipinti,evoluti nei contenuti psicologici e ricchi di cultura assimilata,si esprimono in un racconto serrato e preciso di valori universali,dove l’uomo è colto in un habitat contadino . Ha dipinto cieli mossi,paesaggi ricoperti di neve e verdi prati,mentre nel gesto di una mano o nell’espressione di un volto riusciva a fermare il vibrare di un’anima .Ed è l’anima dell’uomo semplice,dell’uomo che aspira alla libertà interiore,ad una libertà nei campi tra i ritmi del lavoro e l’eterno alternasi delle stagioni che l’ha sempre ispirato . Le figure di Grassi sono leggendarie nella loro semplicità,nel loro modo di essere,nella penombra di una cantina ove il tempo è datato e lo spazio circoscritto . Un contadino dal soma sempre uguale ma dall’anima diversa ; una varietà di caratteri e di emozioni che stanno a significare come la varietà formi l’armonia in un mondo variegato e tutto da esplorare,dove solo l ìmpegno dell’artista può illuminare un brano di verità .E’ questo il tocco vivificante e magico delle sue opere,che non si ferma al dato apparente o della memoria,al meccanico riporto artigianale,ma va oltre a scrutare a fondo ogni rumore,ogni silenzio ed ogni mistero per tradurli in forma e colore .
Nei suoi dipinti ha creato la prospettiva,l’equilibrio,la forma geometrica e il movimento pittorico,ha creato quello che altri hanno definito il suo “ spettacolo “ . Come ha creato il “ movimento pittorico ? “ Con una serie di accorgimenti . Grassi sapeva che luce ed ombra si trovano in due punti diversi,che in certe zone di spazio avvengono dei freddi contrasti mentre nelle estremità delle ombre vi sono delle trasparenze di caldo .Tra luce ed ombra poi si trovano sempre tonalità fredde . Due punti che lui ha sempre osservato : punto luce e punto ombra,che sono in pittura i due punti più violenti . Con le mezze tinte e i mezzi toni riusciva a dare rotondità al soggetto mentre la maggiore luminosità è concentrata sulle cose poste in primo piano : una mela,un bicchiere,una pipa oppure una brocca che oltre ad arricchire la composizione,esprimono una patina ed un sapore antico conferendo,nel contempo,a tutto l’insieme un tocco aristocratico di dignità ed eleganza . La sapienza anatomica di Grassi si esprime in tutta la sua potenza nei volti e nelle mani . Queste ultime piacevano molto all’artista e sono le cose più difficili da realizzare . Nei vari passaggi tra caldo e freddo,la parte dei mezzi toni,si rivela in maniera violenta,rifuggendo dalla tecnica ottocentesca che mirava al facile effetto,con pennellate ammorbidite oppure stirando un passaggio tra un tono e l’altro,stirando il dito sul colore . Grassi applicava sulla tela molta materia modellandola come una scultura .